Oasi, enclavi di poesia dove l’anima del mondo guida la mano dell’uomo, creando opere d’arte. Come nella placida e incontaminata valle del Livenza, tra Veneto e Friuli, dove la terra si
è fatta vino e la luce si è incarnata nelle linee senza tempo delle ville venete. Due momenti di passione ed eternità che non sempre si incontrano. Tranne in alcuni attimi felici. Tranne che in Villa Varda.
Già di proprietà della famiglia Mazzoleni dal 1450, rappresenta in pieno lo stile delle residenze patrizie volute dai notabili della Repubblica Veneziana: pietra bianca, stile classico, innegabile maestosità. Una bellezza immutata nei secoli, seppur cresciuta, come un organismo vivente: i proprietari che si sono susseguiti, infatti, hanno ampliato in particolar modo il parco, regalandogli il maestoso aspetto attuale, ispirato ai giardini all’inglese.
Nella seconda metà del XIX secolo è stata donata alla Curia, legando sempre di più le sue fortune e la sua vita ai cittadini di questa vallata friulana.
Dopo decenni di incuria e abbandono è passata di mano in mano dalla Curia alla Regione Friuli Venezia Giulia (1972). Villa Varda vive il suo punto di svolta quando arriva tra le amorevoli braccia del Comune di Brugnera, ed è proprio grazie a chi questa affascinante terra di confine la vive, che questo simbolo è tornato a nuova vita.